Mia sorella sostiene che gli uomini sopra i quarant’anni sono come i cessi pubblici: quelli decenti sono già impegnati e quelli liberi sono pieni di merda. Mai sentenza fu più veritiera; per ambo i sessi, sia chiaro, ma noi siamo qui per infamare gli esemplari di sesso maschile. I nati negli anni Settanta – così mi piace chiamarli per aggiungere un alone di mistero ed esotico fascino ai bagni turchi dell’autogrill – sono quasi tutti composti per il 98% da paranoie e per il restante 2% da insicurezze infantili che una madre troppo presente ha instillato nei loro piccoli cuoricini di scimmia. Non corteggiano, non ci provano, non capiscono, non sorridono, non ti guardano neppure se indossi un abito così scollato che mentre li raggiungevi ti hanno fermata tre auto per chiederti quanto vuoi. Annichiliti dalla solitudine e dalle abitudini cavernicole che la vita da single ha insegnato loro ad apprezzare, i quarantenni di oggi vivono in un perenne stato confusionale auto-indotto da estenuanti sedute di Playstation, maratone di serie televisive, ore ed ore di fantacampionati di fantacalcio, uscite con amici buzzurri che millantano di aver trombato uno stadio di donnine, ma nell’ora della verità non sono nemmeno capaci di slacciare un reggiseno. Fantafenomeni, insomma.

Nella mia recente vita da single ho incontrato il monatanaro solitario che ti intasa la scheda sim con ottomila foto di funghi di ogni forgia e colore, ma guai a te se gli chiedi di uscire perché è sempre talmente impegnato che nemmeno il sarto di Elton John a cucire lustrini, poi il metallaro nostalgico, il depresso cronico, il manager motociclista che “A che ora stacchi? Ah no, mezzanotte è già troppo tardi”. Tutti accomunati dal fatto di essere uomini bellissimi, sulla quarantina, single dagli anni Ottanta e assolutamente incapaci di relazionarsi con una donna quanto basta da far sì che sia lei stessa a slacciarsi sto benedetto reggiseno. E no, il sesso non è più il motore del mondo, a quanto pare. Il suo posto devono averlo preso la libertà di non lavarsi, di ruttare a piacimento, di grattarsi le palle h24 e infilarsi sotto le coperte rigorosamente entro le 23,45. Non c’è tecnica di seduzione che possa convincerli, non c’è gattamortismo che li smuova dalla tana, non c’è biancheria abbastanza sexy da attrarli al concerto dei 400 colpi. Niente da fare.
Il mio collega (47enne ed impegnato) Andrea sostiene che gli uomini sopra i quarant’anni sono come i gorilla silverback: seduti mastodontici, a spulciarsi la pancia e pensare “E se poi non sono più capace di relazionarmi con una donna? E se poi vuole una relazione? E se poi a letto non sono più performante come un tempo? E se poi vuole fare progetti?”. Alle mie recriminazioni sul fatto che neanche una sana trombata è in grado di smuoverli, Andrea ha risposto ridendo: “Fede, ma hai mai provato a lanciare una banana ad un gorilla silverback? La banana lo colpisce in testa, gli cade davanti e lui la guarda continuando a rimuginare”. Un’immagine che vale più di cento cessi pubblici.
Io, che quando spiegavano lo spirito di crocerossina dovevo essere in bagno a fumare, mi stanco di lanciare banane ai buzzurri dopo una settimana in cui li ho riempiti di bernoccoli. Perché, cari gorilloni, tra le tante pretese che avanzo, vorrei addirittura sentirmi desiderata, e non rincorrere fungaioli, accalappiare motociclisti, o andare a lezione di gattamortismi da mia sorella per poi sentirmi dire che dovrei mettere una spilletta al vestito perché si intravede la biancheria.
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